Tuttavia non possiamo non considerare un altro, importantissimo fattore: l’intervento pubblico soddisfa solo in piccola parte i bisogni di assistenza agli anziani, lasciando sulle spalle delle famiglie italiane buona parte degli oneri.
Chi per ragioni di lavoro o per precedenti scelte di vita non può assistere personalmente un parente anziano che per ragioni di salute necessita di un’assistenza domiciliare, è quindi a ricorrere a servizi di assistenza privati, che incidono in maniera significativa sul bilancio familiare.
A queste difficoltà se ne aggiunge un’altra: individuare una persona competente ed affidabile, in grado di ricoprire un ruolo delicato come quello di “assistente familiare”, non è una cosa da niente. Ecco allora che diventa necessario essere bene informati, e mettere in pratica alcuni accorgimenti per fare la scelta giusta, oppure per valutare un tipo di assistenza alternativa.
Cercasi badante: cosa sapere
1. Primo passo: nella zona in cui abito, sono stati stilati degli elenchi?
Secondo i dati dell’Istituto per la Ricerca Sociale (Irs) di Milano, le assistenti familiari che operano in Italia sono 774 mila. Seppure ormai molto diffusa, questa figura professionale non è ancora stata regolarmente inquadrata: non esiste infatti un vero e proprio albo, né delle strutture/agenzie che facciano da mediatrici tra lavoratrici e datori di lavoro/assistiti. In alcuni regioni, tuttavia, sono stati istituiti degli elenchi appositi per chi decide di intraprendere questa professione e formarsi adeguatamente. La prima mossa saggia da fare è dunque recarsi ai servizi sociali del comune di residenza, e chiedere se sono stati stilati anche nella zona in cui risediamo.
2. Valutare le competenze
Nel caso in cui non esistesse nessun elenco di assistenti familiari per la zona in cui risediamo, sarà bene darci da fare per valutarne le competenze. Le lavoratrici straniere che nel loro Paese hanno seguito una formazione sul lavoro di assistenza costituiscono infatti solo il 18%, a cui si aggiunge un 12% che si è formata nel nostro Paese. Ciò vuol dire che solo il 30% di coloro che esercitano questa professione ha una qualifica adeguata.
In assenza di certificati che attestino le competenze e l’esperienza professionale della “candidata”, il nostro consiglio è quello di chiedere e verificarne le referenze.
3. La conoscenza della lingua e del territorio
Sembra banale ma la conoscenza della lingua, del territorio e delle sue strutture sono indispensabili per assistere un malato. Soddisfare le esigenze e rispondere prontamente ad un’emergenza è davvero difficile se l’assistito e la sua badante non parlano la stessa lingua.
Anche conoscere bene la città, sapere dove sono collocati i servizi e le strutture sanitarie utili all’anziano diventa indispensabile, dal momento che sarà la badante ad accompagnarlo nelle sue passeggiate quotidiane, ma anche alle visite mediche o alle strutture per eventuali cure o riabilitazione. E’ importante quindi che l’assistente abbia familiarità con il territorio: un requisito che semplifica di molto la vita della famiglia dell’assistito.
4. Attitudini e motivazione
La persona a cui affidate il vostro familiare, oltre ad avere delle competenze professionali, deve avere anche una certa propensione a svolgerlo. Non è raro infatti che chi intraprende questa professione lo faccia, purtroppo, più per necessità che per una reale aspirazione professionale.
Sempre l’Irs di Milano ci svela infatti che per tutte le lavoratrici straniere, il lavoro di cura rappresenta all’inizio l’unica attività accessibile, e che per il 22,2% di loro il fatto che il lavoro sia ben pagato rappresenta la prima motivazione di questa scelta; il 16,8% dichiara invece di aver scelto questa professione per piacere.
Per quanto non vincolanti, sono numeri che ci spingono ad esaminare non solo la preparazione professionale, ma anche la reale motivazione a svolgerla, criterio per nulla secondario
5. Orari e disponibilità
Sempre l’Irs di Milano ci informa del fatto che le nuove badanti giunte in Italia sono sempre più orientate al lavoro ad ore piuttosto che alla co-residenza, con la quale ottengono la stessa retribuzione. Sarà dunque utile accertarci che la disponibilità della persona che abbiamo davanti vada di pari passo con le nostre esigenze, cercando di prevedere se questa potrebbe ridursi o variare nel tempo.
L’assistito, infatti, tende a fare della sua badante un punto di riferimento: troppi cambiamenti potrebbero disorientarlo e rendere ancora più problematica la sua condizione.
Cercasi badante: conviene ancora?
Se la carenza di servizi territoriali che favoriscano l’incontro tra domanda e offerta rende difficile la scelta di una badante, la gestione del rapporto con il lavoratore non è, per le famiglie, un’incombenza minore.
Secondo i dati della fondazione Censis, il 25,7% delle famiglie interessate preferirebbe affidarsi totalmente ad un privato che sollevi completamente la famiglia da tutte le incombenze di carattere burocratico e gestionale che riguardano il rapporto di lavoro.
A ciò si aggiunge un’altra fastidiosa difficoltà: quella di carattere economico. Sempre secondo dati Censis, il 56% delle famiglie italiane, pur non potendo fare a meno di un’assistente, dichiara di non riuscire più a far fronte alle spese di assistenza, che incide per il 29,5% sul bilancio familiare.
Il piano B: la polizza assicurativa
A fronte di questi dati vale dunque la pena di chiedersi se non sia il caso di prendere in considerazione altre forme di assistenza, soprattutto nel caso in cui questa sia necessaria saltuariamente e per periodi di tempo limitati. Esistono infatti delle polizze assicurative create ad hoc, che a fronte di una spesa minima annuale, garantiscono agli over 65 un’assistenza domiciliare gratuita, ad opera di personale specializzato a seguito di un ricovero per un infortunio o un’operazione chirurgica. A conti fatti, per servizi di assistenza limitati nel tempo, sembra essere una delle soluzioni più semplici e convenienti, sotto molti punti di vista.
E voi avete mai dovuto scegliere una badante? Vi siete trovati bene o state pensando all’ipotesi di stipulare un’assicurazione medica anziani per i vostri cari?
1 commento
Ciao Adriana e complimenti per l’articolo ricco di informazioni utili sia per chi cerca una figura per l’assistenza sanitaria che coloro i quali, come me, ricoprono una figura affine a quella della badante o del badante.
Vorrei sottolineare che, sempre di più, questa tipologia di figura risulta essere ricercata specialmente se si ha realmene a cuore quello che si fa ed il rapporto con l’anziano o il malato.
Purtroppo, come hai perfettamente sottolineato anche tu, il lavoro da operatore sanitario è sempre di più avvicinato perché, tutto sommato, è un lavoro ben pagato. Ma sono pochi i professionisti di settore che lo fanno con passione e a confermarlo sono proprio i pazienti.
Personalmente consiglio ai miei colleghi che leggeranno questo bell’articolo di non pensare solo all’aspetto economico ma di concentrarsi sull’aspetto umano ed emozionale che intercorre nel rapporto con il paziente, che resta pur sempre la cosa più importante.
Infine suggerisco di iscriversi a siti come operatorisalute.it che mi ha dato la possibilità di avere più visibilità soprattutto nella mia zona che è quella di Torino.