Le molteplici forme dell’asma bronchiale
L’etimologia del termine non lascia spazio a dubbi: l’asma è, letteralmente, un affanno, una difficoltà a respirare per ostruzione reversibile delle vie aeree o bronchi, i cui sintomi caratterizzanti sono rappresentati da tosse, spesso secca e irritativa ma talora decisamente più catarrale (produzione di secreto bronchiale), difficoltà respiratoria riferita dal paziente come un generale disagio a respirare interessante prevalentemente la fase espiratoria (emissione di respiro), sensazione di costrizione al petto e respiro sibilante (“fischietto”) che, nelle fasi più intense della crisi asmatica, può essere percepito non solamente dal paziente ma anche da una persona che si trovi in prossimità dello stesso. Comunemente, tale disagio è percepito da subito come invalidante, rendendo quindi necessario il ricorso a uno specialista. A seconda dell’intensità della dispnea (difficoltà a respirare) eventuale dolore toracico e dell’origine della patologia, la presenza più o meno intensa di sibili nella fase espiratoria all’auscultazione del torace, una volta formulata la diagnosi lo pneumologo cercherà di ricondurre il nostro stato a una specifica tipologia di asma.
All’origine della sindrome asmatica troviamo, come si è accennato, quasi sempre un’ostruzione bronchiale, determinata da un’infiammazione che compromette la funzionalità bronco-polmonare a diversi livelli: quando i nostri bronchi sono ostruiti, diventano cioè iperreattivi per contrazione dei muscoli che li compongono e tendono a ostacolare sia il passaggio dell’aria e l’ossigenazione del sangue che passa attraverso i vasi sanguigni contigui, generando la difficoltà nei movimenti per scarsa ossigenazione tipica di questa malattia.
Perché si soffre d’asma bronchiale cronica: le cause più comuni
Non è ancora chiaro cosa provochi l’asma ma, come spesso accade, i responsabili di questa patologia sono da ricercarsi in un cocktail di fattori, sia di natura genetica che ambientale. L’infiammazione acuta delle vie aeree le rende sensibili al contatto con molte sostanze che normalmente non darebbero reazioni avverse. Le vie aeree si restringono, riducendo l’aria che vi passa attraverso e in taluni casi producendo un eccesso di muco, è responsabile di un ulteriore affaticamento respiratorio.
Le cause di questa reazione possono essere:
- predisposizione allergica
- familiarità
- infezioni in età pediatrica
- Presenza di sostanze irritanti come fumo di sigaretta, smog, agenti chimici
- non corretta maturazione del sistema immunitario data da un eccesso di igiene in età neonatale e pediatrica.
Origine allergica dell’asma bronchiale
Come accennavamo all’inizio, l’asma è complicata (e, talvolta, scatenata) da allergeni di varia natura, sia aerei che alimentari e, soprattutto, sia stagionali che perenni essendo di natura allergica spesso si associa anche ad altre malattie allergiche di natura non respiratoria come l’orticaria o la rinite allergica. In particolare, tra le fonti più comuni di fattori allergici troviamo:
- gli acari della polvere (che proliferano nello strato superficiale dei tessili che usiamo ogni giorno);
- le cellule epiteliali provenienti dal pelo degli animali domestici;
- pollini stagionali di piante erbacee (le graminacee, per esempio) o arboree (come l’ulivo);
- alimenti, tra cui i latticini e alcuni frutti, potenzialmente allergenici e in grado di indurre un’ipersensibilità bronchiale;
- alcune sostanze chimiche a cui il soggetto asmatico è esposto più frequentemente.
Sebbene si tratti di reazioni soggettive, il nostro sistema immunitario reagisce generalmente in maniera pesante a tali allergeni, peggiorando così l’infiammazione bronchiale.
Asma da sforzo
Se i sintomi tipici dell’asma (tosse, dolore, difficoltà respiratoria) compaiono unicamente subito dopo l’attività sportiva o con lo svolgimento di un lavoro pesante o anche indipendente da questo, il medico valuterà un’ipotesi diagnostica di asma o di dispnea essendo molteplici le cause che portano alla dispnea con o senza broncospasmo. Innanzi tutto, quindi, è opportuna una diagnosi precisa riguardo anche l’età, la familiarità, lo stato patologico precedente ed i sintomi connessi. Attraverso un test di broncostimolazione, verificherà cioè la presenza di sibili o rantoli e l’entità stessa dell’infiammazione bronchiale, prescrivendo una terapia apposita e consigliando attività fisiche meno rischiose per la funzionalità respiratoria.
L’asma o la dispnea come effetto di patologie cardiache
Quando le difficoltà respiratorie, diurne o notturne, sono particolarmente intense e ricorrenti, in sede clinica sarà necessario approfondire anche le condizioni di salute del nostro cuore. Esistono infatti varie forme di insufficienza cardiaca in grado di compromettere la circolazione sanguigna con stasi di sanguigna a carico della vene polmonari associata a disfunzione, un malfunzionamento dei bronchi ed accumulo di liquidi nei polmoni che possono imitare l’asma, ma che sono in realtà dei sintomi di dispnea cosiddetta cardiaca o cardiogena.
Quali sono i sintomi dell’asma bronchiale?
Come abbiamo accennato, sono numerosi i campanelli d’allarme che precedono un’eventuale diagnosi e che consentiranno al medico di individuare la più adatta terapia per l’asma bronchiale. Se ci accorgiamo di soffrire di una tosse persistente al di fuori di un raffreddamento momentaneo, o se avvertiamo una sensazione di costrizione toracica quando respiriamo, è bene monitorare l’andamento dei sintomi e rivolgersi in prima istanza al medico di base: partendo dalla valutazione del nostro quadro clinico generale, egli saprà indirizzarci a una figura di pneumologo ed, eventualmente, ad altri specialisti (come l’allergologo) necessari per formulare una diagnosi completa.
L’asma è tipicamente suddivisa in due fasi: l’attacco asmatico e la fase stazionaria. Queste differiscono tanto nella gravità dei sintomi quanto nei tempi di reazione. I sintomi sono diversi a seconda della situazione in cui ci si trova, quelli relativi all’asma in fase stazionaria, comprendono:
- respiro difficoltoso
- tosse
- difficoltà respiratoria
- oppressione toracica.
I sintomi comunemente avvertiti invece durante un attacco asmatico, che avviene senza alcun avvertimento specifico, sono:
- grave dispnea
- grave difficoltà respiratoria
- forte oppressione toracica
- tosse.
Cosa peggiora i sintomi del’asma bronchiale cronica
Molti i fattori in grado di provocare un attacco asmatico o peggiorare la situazione cronica di un paziente asmatico tra cui:
- esposizione ad allergeni quali acari o pollini
- infezioni come raffreddore o sinusite
- sostanze irritanti come fumo di sigaretta, smog o detersivi
- alcuni farmaci antinfiammatori
- forte stress fisico o psicologico apnea notturna
- reflusso gastroesofageo
- attività fisica aerobica
- eccessivo freddo ambientale.
Diagnosi di asma bronchiale
Nello studio del medico, ad essere valutata sarà anzitutto la storia recente dei nostri episodi sintomatici. Si procederà quindi con una visita generale che comprende, di norma:
- l’auscultazione toracica;
- la misurazione del battito e della frequenza cardiaci;
- un test della funzionalità respiratoria.
Una diagnosi vera e propria di asma bronchiale viene però formulata solo in seguito a maggiori approfondimenti clinici diversi a seconda del caso specifico, ma che solitamente consistono in:
- un’analisi allergometrica, finalizzata a stabilire l’eventuale origine allergica della patologia e a individuare l’allergene responsabile dell’infiammazione;
- un esame spirometrico per misurare quanto volume d’aria il paziente è in grado di inspirare ed espirare in un dato lasso di tempo.
Terapia dell’asma bronchiale cronica
Qualora la diagnosi di asma bronchiale sia confermata, il medico proporrà una terapia. È necessario attenersi scrupolosamente alla cura, che non è soltanto una prescrizione farmacologica ma, soprattutto nel caso dell’asma, è un vero e proprio schema di comportamento che implica rivedere il proprio stile di vita e monitorare costantemente il proprio stato di salute. In particolare, oltre all’assunzione dei farmaci, è importante:
- attenersi a una dieta alimentare che abolisca cibi e bevande a rischio per i soggetti allergici;
- sottoporsi a regolari visite di controllo anche in assenza di riacutizzazioni della malattia;
- applicare le tecniche di gestione delle crisi respiratorie proposte dal proprio medico.
I farmaci a base cortisonica sono al momento i farmaci più usati ed efficaci per il trattamento dell’asma in fase stazionaria associati spesso anche a farmaci antileucotrienici.
I farmaci beta-2-agonisti sono invece utilizzati per ridurre i sintomi in fase acuta.
Possono essere assunti per via orale o mediante inalazione, soluzione efficace e immediata, di solito approntata grazie all’uso di appositi inalatori.
L’aumento nella frequenza di somministrazione dei farmaci può essere legata ad un peggioramento della malattia oppure a un’inefficacia della terapia, ecco perché è importante fare sempre riferimento al proprio medico curante in ogni fase della malattia con controlli regolari e nuove analisi specifiche in caso di cambiamenti sintomatologici.
Quando non si tratta di asma bronchiale cronica: Recurrent Respiratory Papillomatosis (RRP) da HPV
Il virus di papilloma umano (HPV) può colpire polmoni e gola causando papillomatosi respiratoria ricorrente (RRP), patologia che spesso può dare sintomi simili all’asma bronchiale.
L’RRP è causata da due tipi di virus del papilloma umano (HPV): HPV 6 e HPV 11. A questo proposito è bene ricordare che esistono più di 150 tipi di HPV, e che la maggior parte delle persone affette dal virus non sviluppa mai una malattia correlata. Tuttavia, in un piccolo numero di casi, chi vi è esposto origina papillomi nel tratto respiratorio, in particolare nelle vie aeree che portano dal naso e dalla bocca ai polmoni, tipicamente nella laringe: si tratta, purtroppo, proprio di RRP.
La raucedine è il sintomo più comune di questa malattia. Interferendo con le normali vibrazioni delle corde vocali, i papillomi bloccano infatti il passaggio delle vie aeree, e causano difficoltà di respirazione, raucedine, tosse, sintomi che spesso portano a confondere la RRP con l’asma bronchiale.
La papillomatosi respiratoria ricorrente viene diagnosticata dal medico otorinolaringoiatra mediante laringoscopia indiretta con endoscopio, per visionare la laringe, senza necessità di anestesia. Un altro esame utilizzato è la laringoscopia diretta, condotta in anestesia totale, che permette il prelievo di campioni istologici necessari a diagnosticare la malattia.
Convivere con l’asma bronchiale cronica
Come abbiamo visto quindi, l’asma è una patologia da non sottovalutare che deve essere costantemente controllata, e la cui terapia può essere modulata sulle sue evoluzioni.
Gli approfondimenti diagnostici necessari prima di accedere a una nuova terapia possono essere svolti anche presso una struttura convenzionata UniSalute: per gli iscritti, le prestazioni mediche sono corrisposte direttamente da UniSalute alla struttura stessa. Aderendo a uno dei piani individuali, inoltre, sarà possibile ricorrere a una consulenza specializzata per individuare il professionista più idoneo a seguirci, sia sul piano farmacologico che rispetto alla convivenza quotidiana con la patologia.
Abbiamo visto che esistono diverse tipologie di asma, ma anche numerose soluzioni per tenere sotto controllo la patologia. Avete esperienze in merito?
Fonti
nhlbi.gov
nidcd.nih.gov
pediatrics.aappublications.org
sip.it
giansma.it
rarediseases.org
Articolo scritto con la collaborazione di Chiara Iaquinta.
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